gli incipit
Eliana ArpaiaIl filo che ti lega
Nella cucina con le pentole di rame appese al muro e i fornelli macchiati di sugo, tua nonna si volta appena ti sente entrare dalla porta, solleva il mestolo di legno, lo sbatte sull'orlo del tegame e gridando tra il vapore e il borbottio della salsa ti chiede: – Hai mangiato, a nonna?
Stefano BisaniPepe Viola
Era vecchio, Giuseppe, e si sentiva sempre più schiacciato dai novant'anni compiuti da poco. Mangiava malvolentieri uno, al massimo due pasti al giorno ma non rinunciava mai al suo bicchiere di vino rosso serale. Aveva una badante, Martina, la stessa negli ultimi venticinque anni, la donna che lo conosceva meglio di chiunque altro.
Giuliano CittiLe note di Pepe
La casa se ne stava là, poggiava sul costone della montagna, vedetta solitaria del borgo che più in basso riposava ai raggi di un sole primaverile. Francesco mosse qualche passo incerto lungo il cortile che un tempo aveva gioito dei colori delle primule e delle ortensie. Lasciò scivolare uno sguardo amaro sulle erbacce che ora lo invadevano mentre scheletriche fronde di quelle che una volta dovevano essere state rose lo fissavano in un muto abbandono.
Cristina CristofoliIl potere dei sogni
"Zia Ruhee, ti prego, raccontami ancora una volta la mia fiaba preferita, quella del regno di Piperia. Poi spengo la luce e mi addormento. Te lo prometto".Sapevo che l'anziana donna dalla carnagione ambrata, il cui nome significa "anima", non era la mia vera zia. Ma le volevo bene come ad una zia, anzi, molto di più.
Anna Di NardaLacrime, pepe e rose Tee
L'aereo proveniente da Parigi atterrò all'aeroporto di Ronchi dei Legionari. Il cielo limpido annunciava una splendida giornata di fine settembre. Dai vetri della sala di attesa vidi i passeggeri scendere ad uno ad uno dal velivolo bianco e incamminarsi all'uscita.
Giuseppe Filigenzi
Ricciolino e le rondini
In quelle corse verso l'arenile si lasciava portare dalla bici senza pedalare, inseguendo le rondini lungo il canale. Piegando appena il corpo, schivava una buca, evitava un rospo malcapitato, o seguiva le curve del lieve pendio. Il vento allungava i riccioli e la pelle sentiva quel refrigerio che solo la bicicletta ci può dare. Filava giù leggero, fino al mare.
Maria Cristina MarzolaTutta colpa del Pepe
All'uscita dal lavoro aveva gli occhi ogni giorno più arrossati e quel pomeriggio, aveva usato così tanti fazzolettini, che si stava asciugando le lacrime con l'ultimo che era rimasto in tasca. Qualcosa non va? Posso essere d'aiuto? le chiese premuroso un bel giovane alto e moro, con l'abito curato e i modi gentili che proprio in quel momento passava nel rione di Roiano, a Trieste, dove sorgevano varie industrie e ville padronali.
Fabio MorsutSette verticale
Il treno avanza singhiozzando tra campagne e paesini dai nomi impronunciabili. Fa caldo e l'aria condizionata non funziona.
Devo stare calmo e resistere, gliel'ho promesso alla mamma. Ancora qualche giorno e compirò diciotto anni e torture come questa potrò evitarle.
Tutta colpa del nonno.