Lo Schioppettino di Prepotto raccontato da Liliana Savioli
Un vino unico, figlio del vento e della ponka. Se lo si ascolta con attenzione ci parla di un ragazzo ben educato e gradevole. Che si veste di rosso rubino con riflessi violacei. Profumato di mirtillo, sottobosco, muschio, terra bagnata, prugna cotta, un che di pasta frolla e tanto, tanto, pepe. Morbido ed elegante, porta a spasso tannini setosi, niente di invadente o aggressivo. Un corpo muscoloso ma longilineo. Uno a cui piace correre per queste valli facendosi avvolgere dai profumi del bosco, del torrente, della legna scoppiettante nel caminetto, del vento. La favola di un uomo libero. Però qualche Schioppettino viene prodotto appassendo le uve per trarne un vino dolce passito ed ecco allora che il giovanetto si trasforma in una figura elegante e sinuosa, circondata da fiori, mosaici e gioielli, avvolta in abiti neoclassici e raffinate acconciature, alla ricerca continua di un equilibrio con la natura come nei dipinti di Alfons Mucha. Ci ammalia con sentori di china, pepi misti, cannella, liquirizia, un che di balsamico con il pino mugo in evidenza, cassis, spezie dolci, anice stellato, confettura di more di gelso. Sinuoso, balla un valzer nel nostro cavo orale senza stancarsi mai. Ti lascia un ricordo indelebile.
Ma questi splendidi vini hanno una caratteristica unica. Si sposano magnificamente a moltissime preparazioni sia dolci che salate. Per lo Schioppettino dolce accompagnarlo a dei formaggi, magari di capra erborinati, con delle pere vi posso garantire che è un divertimento non da poco. Ma anche con dei dolci al cioccolato si accasa con divertimento. Con un panino ben imbottito di soppressa o con una faraona ripiena al forno, invece, va a nozze volentieri lo Schioppettino di Prepotto e Cialla.
i vignaioli di Prepotto
il territorio si racconta attraverso i suoi produttori